I monti Alburni, da “albus”, così denominati per la presenza delle bianche rocce di origine calcarea che ne caratterizzano la parte settentrionale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Il versante meridionale presenta una conformazione meno acclive, che lascia spazio a estese faggete, pascoli e piani carsici, interrotti qua e là da imponenti “manifestazioni” di natura carsica, con grotte abitate fin raggiati. Particolarmente interessanti sono la presenza di betulle, abeti bianchi, tassi e agrifogli. In questi boschi immensi vive la variegata famiglia dei picchi, con il raro picchio nero, picchio rosso maggiore e picchio verde, vatico e il gracchio corallino. Nei piccoli ruscelli è possibile osservare la salamandra pezzata e l’ululone del ventre giallo, mentre tra le alghe dei vecchi pozzi, vivono nascosti i tritoni crestati e il tritone italiano. A tre chilometri da Sant’Angelo a Fasanella si giunge a Costa Palomba, dove sorgeva un villaggio fortificato dell’età del bronzo. Nel luogo più elevato c’è la straordinaria scultura rupestre dell’Antece raffigurante un guerriero, o forse una divinità, rivolta verso il sole al tramonto. La scultura è di eccezionale interesse e la sua dotazione viene fatta oscillare tra l’epoca dell’insediamento e il IV secolo a.C.
Come raggiungere I monti Alburni e l’Antece